Perché il nonno e la nonna avevano i compari ad Arsoli? Non sono a conoscenza di quale fosse stata la ragione per la quale avevano stretto quel rapporto di comparatico che, per diversi anni, li portò a scambiarsi reciproche visite di cortesia. In quei tempi non si davano molte spiegazioni ai figli, né questi le chiedevano. Bastava sapere che quelle persone erano compari e comari dei nonni, quindi dei tuoi genitori e perciò anche i tuoi, pertanto conseguivi il titolo di “comparucciu o commaruccia” cioè piccolo compare e piccola comare e, con quei titoli seguiti dal nome proprio, ti si rivolgevano anche in età adulta.
Oggi, quando non ci si vede per un certo periodo di tempo, ci si giustifica quasi sempre con il fatto che si hanno mille impegni, per cui si va sempre di corsa: non c’è tempo neanche per respirare, il traffico, la palestra, la piscina, lo Jogging, il parrucchiere, …ed altri pretesti.
Certamente una volta i ritmi dell’esistenza erano meno frenetici, rispetto a quelli attuali, tuttavia in determinate circostanze come nascite, battesimi, cresime, matrimoni e, purtroppo, funerali, non erano ammesse defezioni, neanche ai compari e le comari.
Eludere l’invito a partecipare con tutta la propria famiglia alle annuali feste patronali nei rispettivi paesi, salvo giustificati motivi, veniva considerata una imperdonabile offesa; solitamente i solenni festeggiamenti avvenivano nei mesi estivi, quando le attività di lavoro dei campi erano quasi tutte terminate.
Deve essere stato proprio in una di queste circostanze che la nonna, già avanti con l’età, si convinse a intraprendere quel viaggio. Probabilmente non erano mancate precedenti occasioni, ma il tragitto da Pereto fino ad Arsoli, quelle volte, era stato affrontato a piedi o a dorso d’asino. Mai con un autoveicolo a motore.
Cosicché, imbarcata anche la nonna, iniziò il viaggio, ma a causa delle tante curve stradali, la poveretta cominciò ad avvertire una strana confusione e conseguente malessere generalizzato. In pratica erano gli effetti del mal d’auto. Oltre alla nausea, pallore e sudorazione fredda si verificarono anche episodi di vomito, che causarono una forte spossatezza alla nonna.
Finalmente giunsero a destinazione e lo sfinimento dell’attempata nonnina, lentamente, passò.
Concluse le iniziali formalità dei saluti, avvenute all’esterno della abitazione dei compari, gli ospiti e gli ospitanti si decisero a entrare all’interno. Era già tarda mattinata e all’ora del pranzo non mancava molto. S’erano visti da un po’ di tempo e di fatti ne avevano tanti da raccontare. Poiché la comare peretana, a differenza delle precedenti visite era stata accompagnata, per la prima volta, con un’automobile, le chiesero quali fossero state le emozioni provate.
Probabilmente, ancora un po’ confusa rispose: “Madonna mea comme è rossu ‘u munnu” (Madonna mia come è grande il mondo).
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