Negli anni ’50, come in quelli precedenti e successivi del secolo scorso, ma anche in alcuni di questo primo scorcio di nuovo secolo, quasi tutti i bambini in età scolare, più frequentemente in inverno e primavera, hanno contratto le malattie esantematiche. Oggi se ne contano almeno sei, ovvero: morbillo, rosolia, varicella, scarlattina, quinta e sesta malattia, tutte caratterizzate dalla comparsa di macchie sulla cute. Dal 2017 in Italia sono obbligatorie per tutti i nuovi nati dieci vaccinazioni e tra queste: anti-rosolia, anti-morbillo, anti-varicella.
In quegli anni oramai lontani, ovviamente, non esistevano i vaccini e si riteneva normale che ciascun bambino dovesse contrarre le malattie esantematiche. Pertanto, le povere creature erano costrette a patire i sintomi delle stesse che si manifestavano con febbre alta, brividi e forte malessere, macchie a rilievo ed eritemi su tutto il corpo, compresi i palmi delle mani e delle piante dei piedi, e altri fastidiosi malesseri.
Oltretutto nemmeno esistevano i farmaci con i quali curare quelle malattie e anche l’assistenza medica era scarsa o, addirittura, mancante. Anche in considerazione dei tanti casi che periodicamente si verificavano, il tipo di malattia veniva stabilito per analogia con episodi simili. Ma poiché non era semplice il riconoscimento delle stesse, quando si chiedevano notizie sullo stato di salute di un piccolo malato, non potendo stabilire di quale si trattasse, si rispondeva: “ te le ronze”, ovvero: “ha le bolle”.
Oggi, queste malattie, essendo rare rispetto al passato, sono sconosciute alla gran parte della popolazione e persino a molti medici.
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