Il conte Rinaldo negli anni mille era anche padrone della valle del carseolano.
Nel 1067 Rainaldo dei Marsi donò all’abbazia di Farfa la chiesa di S. Silvestro. Aldegrina, sua moglie,
alla sua morte donò quattro castelli: Auricola, Fossagieca, Camerata e Pireto e inoltre tre chiese; S. Giovanni coll’ospedale; S. Giovanni della valle Calvula e S. Pietro de Pireto
(Gattula Access. pag. 212
Leonis Chr. Casin. cit. L. 4 C. 16).
(Brogi, La marsica, pag 141)
Pietro Diacono (Petrus Diaconus), Chronica S. Benedicti, cap. 16
Lubin Agostino, Abbatiarum Italiae brevis notitia, Roma 1693, pag. 296
Gattula Erasmus, Accessiones Ad Historiam Abbatiae Cassinensis, Venezia, 1734, pag. 212
Le bolle dei pontefici Urbano II nel 1097, di Pasquale II del 1105 e 1113 (Gattula Hist. Casin. sec. VII), di Callisto II del 1123 ed il diploma del 1137 dello imperatore Lotario (Margarinni Bull. Cass. voI. I) confermano la donazione di Aldegrina. Con le investiture con bolle firmatorie di Alessandro III del 1159, di Clemente III del 1188, di Innocenzio III del 1208, e di Onorio II del 1216, con l’invasione dei normanni nella Marsica (Margarinus come sopra), furono de jure, ma non di fatto.
(Brogi, La marsica, pag .)
Susseguentemente il monastero e la chiesa di S. M. in Cellis fu donato dalla figlia di Landolfo II, principe di Capua, principessa Aldegrina, ai benedettini sublacensi dopo la partenza dei camaldolesi.
(Corsignani, ..)
Nel 1148 i figli di Ruggeri, re normanno, conquistano la Marsica ed il re fa un elenco di feudatari
(Pollidor Antig. Frent. P. I diss. 24).
(Antinori, Annali, vol II, pag 69)
Carseoli assediata nel. 1176, ad opera di Cristiano, cancelliere e generale dell’imperatore Federigo Barbarossa
(Laurenti, oricola e contrada, )
Nel 1187 Guglielmo II, il Bono (normanno), fece compilare un catalogo dei baroni del regno (pubblicato da Carlo Borelli); da esso si ricava che i territori balbese, teatino, furconese, amiternino, reatino, pinnesee marsicano facevano parte del gastaldato dei Marsi e poi chiamato contea dei Marsi, vennero designati col nome di principa to dei Marsi, la Marsica fu denominata valle dei Marsi .
(Brogi, La marsica, pag 178)
Federigo nel 1242 fece distruggere Carseoli i cui abitanti si rifugiarono in Oricola.
La distruzione di Federigo II nel 1241, quando scese da Rieti.
(Laurenti, oricola e contrada, )
Nel 1268 il re concede la “Carta libertatis” agli “homines” di Pereto, in cui concede di:
- tagliare legna
- attingere acqua
- condurre al pascolo il bestiame nel territorio del feudo
(Balla Enrico, Pereto, storia, tradizioni, ambiente, statuti, Roma 1986, pag )
Nel 1270 si ha la divisione dell’abruzzo in due provincie: di Chieti al di qua del Pescara e di l’Aquila di là.
(Antinori, Annali, vol II, pag 150)
Nel 1363 in Abruzzo ci fu la peste.
(Antinori, Raccolta di memorie, vol II, pag 303)
6 aprile 1434, Giovanni Antonio Orsini, conte di Tagliacozzo supplica Giovanna II regina di Napoli di condonare a Celle e Pereto le collette perchè le stesse erano state state saccheggiate e incendiate da Nicola da fortebraccio (della stella) che, nella guerra tra Giovanna II ed Alfonso di Aragona era condottiero di Ventura di quest’ultimo
Faraglia, Storia della regina Giovanna II d’Angiò, 1904, pp 408-409,
Nel 1441 nasce la contea di Albe e Tagliacozzo con Giovanni Antonio Orsini. Alla sua morte (1456), non avendo lasciato figli maschi, la regia camera prese possesso del contado di Albe e Tagliacozzo. Alla successione furono investiti Napoleone e Roberto Orsini, prossimi discendenti di Giovanni Antonio, a scapito dei Colonna che reclamavano il perduto contado di Albe, di loro appartenenza.
(Brogi, La marsica, pag. 283)
Nell’anno 1445 il re fece compilare un elenco dei feudi del regno nei quali, in quelle di Albe e Tagliacozzo
compaiono: Auricola, Rocca de Bucchi, Collefegato, Castrum Mainardi, Teraco, Spidinum, Tagliacotium, Circum Collum, Petra de Venula, Cappadocium, Rocca de Cerro, Alto S. Maria, Castrum Vetus, Scanzanum, S. Donatus, Podium Filippi, Castellum Paleaiae, Maranum, Scolcura, Collis de Luppa, Colle, Barocchia, Piccetum, Albe, Cappella, Tarascum, Patuvium, Corvara, Magliano, S. Natolia, Lucum, Avezzanum, Canistrum, La Meta, Civitas Antoia, Civitella, Castrum Caroli, Castrum de Flumine, Cese, Rocca de Supra, Girguntum, Rocca, Randisium, Paclum, Podium, S. Ioannis, Radicaria, Turris
de Taglia, Capradosso.
(Brogi, La marsica, pag.
Località di provenienza dei mercanti regnicoli nella fiera di Lanciano nel 5/1447, 5-8/1453, 5-8/1454,
5-8/1456, 5/1457, 5-8/1470:
Numero degli operatori di Pereto: uno.
(Grohmann, le fiere del regno)
Privilegio del re Ferdinando con cui a dì 11 settembre 1457 aveva concessi agli uomini della terra di Celle, Pereto, Rocca di Botte ed Oricola di non soggiacere all’utile dominio dei baroni di Alife; e conferma ai medesimi altri privilegi – 3 Marzo 1482.
(Arch. Colonna, 11 settembre 1457, 3 marzo 1482)
20 marzo 1464 re Ferrante dona a Napoleone e Roberto Orsini li contadi di Tagliacozzo e Albe.
(Gattinara, Storia di tagliacozzo, app. III)
Napoleone morì tra il 1467 e il 1470 e Roberto nel 1480 Roberto non lasciò figli maschi così il re nel 1481
confermò il feudo di tagliacozzo a Virginio Orsini, figlio di Napoleone.
(Brogi, La marsica, pag. 295)
Nel 1482 re Ferdinando concede ad Oricola, Pereto e Rocca di Botte un diploma, col quale dona indistintamente a tutti e tre i paesi, oltre ai privilegi, fiere, piazze, mercati, etc., tutta la montagna di S. Maria dei Bisognosi, chiamata nel 610 monte di Carsoli. Questo diploma datato dal castello nuovo di Napoli nel giorno 3 marzo e conferma quello precedente dell’11 settembre 1457 scritto in Torre di Ottavio e concesso da re Alfonso.
(Relazione comunale di Samuele Pugliese)
Il giuspatronato, o più semplicemente patronato, in senso ecclesiastico è ampliamente trattato e regolato nel codice di Diritto Canonico dal canone 1448 al 1470. Consisteva in quel complesso di privilegi e di oneri spettanti ai fondatori di una chiesa, di una cappella, di un beneficio, o ai loro eredi.
Generalmente comportava il così detto “ius praesentandi et nominandi”, per cui il patrono aveva il diritto di presentare all’ordinario, o di nominare col suo consenso, il sacerdote che desiderava fosse preposto all’ufficio col godimento del beneficio. Talvolta ai precedenti si aggiungeva un “jus sepeliendi”, che dava al patrono il diritto di essere sepolto, spesso con i suoi antecessori, sempre con i suoi discendenti nel sepolcreto famigliare praticato nello ipogeo. Il patrono poteva mettere il proprio stemma nella chiesa, dove aveva un posto distinto dai comuni fedeli, e precedeva gli altri laici nelle processioni
Nel 1413 il castellano era Salviano di Pereto al quale Giacomo Orsini inviò una procura affinchè agevolasse Carlo Orsini nel prendere possesso del castello di Pozzaglia, da lui stesso donatogli. Il castellano aveva l’obbligo di tenere corazza, balestra, armatura da testa e buona spada e doveva pagare i fanto £ 80 al mese.
(Balla Enrico, Pereto, storia, tradizioni, ambiente, statuti, Roma 1986, pag 118, nota 2)
Volume XI pag. 32?
Cedola di Tesoreria di Abruzzo (1468)
Terre de lo conte de Taglyacozo et de Albe quale se piglia lo Cavaliere Ursino
Fol. 43 … Pereto thumuli CLXXXI, q.ti III ..
Volume XI pag. 85?
Terre dello contado de Tagliacozo et de Albe con Rocca de Mese er de Cagno
Fol. 88 … Pereto duc. CLXXXI, tar. II, gr. X
Volume XI pag. 133?
Terre dello contado de Tagliacoczo et de Albis
Fol. 132t …Pereto … thum CLXXXI, quint. III
Fonti Aragonesi (testi e documenti di storia napoletana pubblicati dall’accademia Pontiana) serie II